Longinespassion
 


CZECHS IN THE RAF


(dal titolo dell’omonimo libro di Zdének Hurt edizioni Red Kite)

Il cronometro da polso Longines realizzato per l’aviazione Ceka , il cosiddetto “tartarugone” (big turtle).























Premessa


Il cosiddetto “tartarugone” è un cronometro da polso in uso agli aviatori Ceki prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Dotato di una cassa unica per forma (da li il nickname “tartarugone”), dimensioni e vestibilità , questo cronometro si è evoluto nel tempo passando attraverso l’uso di ben tre differenti movimenti. Prodotto in 3582 pezzi solo per l’ultima delle serie consegnate , risulta essere raro e di difficile reperibilità in buone condizioni di quadrante , cassa e con ancora la corona originale.

La sua storia coincide con un periodo triste e luttuoso della vecchia Europa ma durante la ricerca svela aspetti di patriottismo e abnegazione di altissimo valore. Traspare quindi  l’immagine eroica di un popolo e dei suoi piloti pronti all’estremo sacrificio pur di liberare la loro Patria dall’invasore tedesco con al polso il nostro beniamino , strumento indispensabile alla loro navigazione aerea.


















Il contesto storico


Alla fine degli anni ’30 le forze armate Cecoslovacche erano considerate tra le meglio equipaggiate in Europa .

















La “Czech Air Force” consisteva in 67 reggimenti regionali (Gruppi). Gli aerei da combattimento consistevano in 55 Caccia biplani 326 Avia B534 . I bombardieri erano gli Aero A.100 e AB.101 , i bombardieri leggeri i veloci Avia B71 bimotore (chiamati anche Kafuska SB-2 di produzione russa) , in più gli Avia-Fokker F lX e Bloch MB200 come bombardieri pesanti , per un totale di 155 aeroplani.

La maggior parte dei 320 aerei da ricognizione erano dei Letov S.328 biplani. Questa era nel suo complesso l’aviazione Ceca che faceva fronte alla crescente potenza della Germania di  Hitler e che si trovava di fronte ad una guerra incombente.

Nel 1938 Hitler promise la liberazione dei tedeschi nella regione dei Sudeti , ai confini con la Cecoslovacchia. Il primo tentativo dei tedeschi d’occupare i Sudeti scatenò la mobilitazione dell’aviazione Ceca nel maggio 1938.


















Un’altra mobilitazione dell’aviazione avvenne durante la crisi di Monaco. Nulla fu possibile contro la strapotenza della Germania. L’accordo di Monaco regalò i Sudeti a Hitler, senza nemmeno uno sparo , l’aviazione si ritirò ed 800.000 cittadini Cecoslovacchi si trovano costretti a fuggire perdendo tutti i loro beni frutto di un’intera vita dalla sera alla mattina.

L’unica voce di dissenso e contrarietà all’arroganza e aggressività della politica espansionistica di Hitler fu Winston Churchill ,alla Camera dei Comuni.

Nella calma e nevosa mattina del 15 Marzo 1939 , l’esercito nazista invase la Boemia e la Moravia completando così l’invasione della Cecoslovacchia. I nazisti ordinarono il protettorato di Boemia e di Moravia come parte integrante del terzo reich. Nelle loro mani caddero 1,625 aeromobili di ogni tipo più gli aerei civili. Nelle fabbriche Ceke 5 nuovi prototipi furono catturati incluso gli Avia B.35 ,un caccia ad ala bassa e l’Aero A.300 , un bombardiere medio dotato di due motori Bristol-Mercury radiali.

Privati dei loro aerei , centinaia di membri del personale della Czech Air Force ,di aria e di terra, presero la decisione di lasciare la loro Patria in modo da offrire i loro servigi all’estero per poter far fronte alla dominazione nazista. Attraversarono illegalmente il confine con la Polonia dove vennero raccolti a Malè Bronowice un campo nelle vicinanze di Krakovia. I Polacchi non manifestarono interesse a integrare forze straniere tra le fila della propria aviazione. I Francesi invece offrirono la disponibilità ad accettare i Ceki tra le file della loro Legione Straniera con un contratto quinquennale e la promessa che , in caso di entrata in guerra contro la Germania , sarebbero stati subito introdotti nella “French Air Force”. Tra il Maggio e l’Agosto 1939 ben 470 piloti Ceki raggiunsero la Francia a bordo di 6 navi da trasporto.

I Polacchi alla fine accettarono 93 tra piloti Ceki e osservatori che vennero stanziati presso il Centro d’istruzione al volo a Deblin ed il suo satellite a Pulawa.

Gli aerei in dotazione includevano Breguet XIX , Potez25 , RWD-8 Czapla , PWS-26, PZL P-7ed i P-23 Karas.

Undici mesi dopo l’occupazione della Cekoslovacchia , il 1° settembre del 1939 , la Germania occupò anche la Polonia. Il trattato di pace Neville-Chamberlain divenne carta straccia. Dopo il 2 settembre 1939 , quando la loro base venne bombardata dalla Luftwaffe , i Ceki volarono ad est con gli aerei Potez e Czapla ma vennero catturati dagli invasori comunisti russi in accordo al patto Ribbentrop-Molotov siglato poco tempo prima dalle due potenze dittatoriali (per chi non lo sapesse i nazisti ed i comunisti firmarono un accordo pre-bellico). Altri 100 addetti del personale di terra furono catturati dai russi e tutti internati nei campi per bolscevichi.

Solo uno sparuto gruppo di Ceki fu capace di raggiungere la vicina Romania a bordo di aerei RWD-8s continuando poi la fuga in compagnia di piloti polacchi attraverso la Francia per raggiungere alla fine l’Inghilterra.

Quando ,il 3 settembre 1939, la Francia e l’Inghilterra dichiararono guerra alla Germania , la Francia onorò la sua promessa e tutti i Ceki arruolati nella Legione Straniera , per la gran parte a Sidi-bel-Abbes (Algeria) furono trasferiti nelle basi aeree dislocate nelle colonie esattamente a Blida e La Senia (Orano) in Algeria e a Marrakesh in Marocco.

I piloti da caccia furono destinati al Centro d’istruzione per caccia (fighter training centre) a Chartres i cui aeromobili in dotazione erano gli MS.230 , Dewoitine D.510/510 e gli aerei di costruzione americana NA-57 per gli istruttori di base e quelli avanzati. L’istruzione finale avveniva con l’uso di Morane 406 , Bloch 151 , Dewoitine 520 e Curtiss Hawk 75° del tipo da battaglia sul fronte.

Il primo gruppo di 17 piloti lasciò Chartres il 2 dicembre del 1939, assegnati alle unità di caccia.

Gli equipaggi dei bombardieri furono destinati presso le basi aeree d’istruzione di Pau , Toulouse , Avord e Tours. Per addestramento volarono su degli  obsoleti LeO.20 biplani così come sui Bloch 200/210 ed i Potez 25/63/540.

Ad Orano , nel tardo Novembre 1939, il Gruppo Caccia I/6 era formato da piloti Ceki al comando di un ufficiale Francese , il capitano Tricaud. Dopo il trasferimento a Marignane , nel Sud della Francia ,divenne perfettamente operativo il 15 Gennaio 1940.

Si era concordato che il Gruppo n°6 fosse organizzato come un’unità Cecoslovacca dotata di aerei Morane 406 decorati con le insegne e i colori nazionali della “Czech Air Force”. Esisteva inoltre un accordo firmato il 1° Giugno 1940 in cui potevano essere formati dei gruppi indipendenti Cecoslovacchi di Caccia e bombardieri in territorio Francese , ciò in analogia a quanto già avvenuto con gli aviatori polacchi.

A parte 15 piloti da caccia dotati di velivoli Moranes nei gruppi in Algeria , Syria e Tunisia , le operazioni principali erano condotte da 120 piloti Cechi al servizio di molti gruppi di Caccia Francesi lungo il confine orientale.

Combatterono coraggiosamente e cavallerescamente specialmente i piloti a bordo dei caccia  Curtiss H-75s del Gruppo l/5 e II/5 i cui 18 piloti ottennero 53 vittorie su un totale di 158 abbattimenti fatti dai piloti Cechi durante la campagna di Francia. Il top scorer fu il Capitano Alois Vasatiko con 15 vittorie ed il Sotto tenente Frantisek Perina con 13 vittorie , entrambi membri del Gruppo Caccia I/5.

Pochi aviatori su bombardieri e unità d’assalto riuscirono a portare a termine una campagna durata 134 giorni e notti in cui sganciarono la bellezza di 8,5 tonnellate di bombe. La Czech Air Force perse 29 tra avieri e piloti di cui 17 durante le operazioni militari.

Con la caduta della Francia, il 25 Giugno del 1940, pochi piloti Cechi attraversarono il Mediterraneo con le loro unità diretti in Nord Africa . La maggior parte lasciò la Francia a bordo di navi salpanti dai porti di Bordeaux e Port Vendres e dirette alla volta dei porti Inglesi. Qui il Dott. Edvard Benes (il Presidente Cecoslovacco in esilio) , scrisse a Sir Anthony Eden (War Office) e a Sir Archibald Sinclair (Air Ministry) il 18 Giugno offrendo i servigi di oltre 6000 tra soldati e piloti.



















Verso metà Agosto del 1940 più di 900 piloti giunsero in Inghilterra aumentando così il gruppo sino a 1300 unità verso la fine dell’anno.

Inizialmente Cholmondeley Park venne utilizzato come campo base per le Forze Armate Cecoslovacche da cui i piloti e gli avieri in seguito si spostarono a Innsworth Lane mentre in Luglio il Deposito Cecoslovacco presso il centro RAF di Cosford fu reso operativo. Contemporaneamente iniziarono i negoziati tra il Foreign  office e l’Air Ministry sulle condizioni sotto le quali il personale Ceko poteva operare all’interno della R.A.F..














All’inizio del 1940 i nuovi arrivati passarono attraverso una selezione e vennero aggregati alla riserva volontaria della R.A.F..

I loro obblighi di leva erano sottoposti al governo Cecoslovacco in esilio cosi come a Sua Maestà Re Giorgio VI.

I piloti ceki combatterono cavallerescamente , cittadini della prima nazione vittima dell’espansione nazista.



















Combatterono in Polonia , Francia e ritornarono alle loro case e famiglie dall’Inghilterra , dopo sei lunghi anni di battaglie e privazioni , per molti di loro il ritorno rimase un sogno.

Rispetto alle altre nazioni pochi cecoslovacchi servirono la RAF, un totale di circa 2500 uomini di cui 511 caduti sui campi di battaglia e sui cieli di mezzo mondo.

Le loro tombe sono sparse in molti paesi , in UK , Francia , Germania ,Olanda,Belgio,Canada , Bahamas e Azzorre.
















Alla fine del conflitto , aviatori di ritorno dall’Ovest carichi di esperienza di guerra, al loro ritorno ,  potevano essere utilizzati per costruire la Czeck Air Force e l’aviazione civile negli anni post guerra ma tutto cambiò a causa del colpo di stato perpetrato dall’altra devastante e disgustosa dittatura : la dittatura comunista stabilitasi nel febbraio del 1948.

I comunisti cominciarono a trattare gli eroi di guerra della RAF come traditori , in moltissimi casi senza alcun processo, condannati alla spicciola a trascorrere i loro successivi anni in miniere o nelle prigioni. Le loro famiglie vennero sloggiate dalle loro abitazioni e condannate a vivere nelle baraccopoli delle periferie delle grandi città. Poche centinaia di aviatori riuscirono a varcare il confine tedesco o quello austriaco per scappare nuovamente dal nuovo e ancor più tremendo tiranno : il partito comunista. In pochissimi casi riuscirono a scappare coi loro aerei militari o civili verso la libertà. 170 piloti tornarono alla RAF nel dopo guerra prendendo così la cittadinanza inglese.

Un’unica nota : il top scorer durante la battaglia d’Inghilterra  fu il sergente Josef Frantisek , del 303esimo squadrone chiamato “Kosciuzko” , che nei 28 giorni tra il 2 ed il 30 settembre 1940 abbatté 17 aerei nemici. Le sue evoluzioni e la sua carica aggressiva durante i suoi attacchi erano uniche . Morì di ritorno da un pattugliamento, l’8 ottobre 1940, quando il suo aereo precipitò a Ewell nel Surrey. Fu coperto di decorazioni tra cui la croce di Guerra Polacca e Ceka.





















Le foto del “tartarugone” nei teatri di guerra

(Su gentile concessione dell’ editore del libro “Czecks in the Raf” )













































































La pubblicità d’epoca

L’unica e conosciuta pubblicità d’epoca in cui il tartarugone è visibile e la sua descrizione molto interessante , eccone la traduzione dal Ceko all’Inglese :
























"Longines watches win”

In all countries recently there‘s big attention dedicated mainly to aviation which is closely connected to the need of providing pilots with the most perfect inventions of modern science .

Flying is not shorting only the distances, but more than any other kinds of transport, is dependent on accuracy. For this reason especially in aviation there is a significant role for accurate and perfect watches. Our aviation high positioned executives have decided to supply our air forces with watches LONGINES, which in the best way correspond with all the requested accuracy and technical special tests being made on them.

Pilot watches LONGINES are mainly distinguished by unique beautiful stainless steel case. It’s surely our joy and pride that it was our local POLDI –STEEL (used to be our famous steel factory – closed couple of years ago), which came out the best from other foreign steel suppliers. For long months the employees of LONGINES factory have been working on this aviation watches to bring perfect and tested small master piece.

Aviation watches LONGINES Cal. 15.94, Ref. 3582 with 15 stones are distinguished for accurate mechanism with big antimagnetic fly-wheel. The case is top of the technical perfection for its resistant to weather conditions, dust-proof and shock-proof. Special attention was dedicated to study of accuracy of these watches, mainly for the reason to perform in quite small shape best accuracy possible. The glass is also unbreakable.

LONGINES watches prove good as ideal timekeepers especially for long distance flights.

Even the sportsmen choose with favour these watches not only their nice elegant sport shape, but also for the reason that in all kinds of sport, even the most difficult ones, they proved the best resistance and reliability ever.

To satisfy both needs, the watches LONGINES are not sold only with the long leather sleeve band intended for the real pilots, but also with the short (normal) band made in two pieces or from one piece in pigskin leather intended purely for sportsmen.

Very original stands with the airs crew as the sign of aviation are willingly provided in case of interest by Czechoslovak LONGINES headquarters". (traduzione dell’amico Vit Hàyek di Praga)


I tre calibri


Il 15.94

Il primo dei tre calibri in uso nel “tartarugone” vede la luce nel 1904 come evoluzione di un altro calibro del 1902 , il 11.87. Utilizzato inizialmente negli orologi da tasca , nel 1917 viene utilizzato in un orologio da polso.

E’ un calibro da 15 linee , 34,7 mm di diametro ed un’altezza di 5,65 mm. Dotato di 6 ponti presenta una finitura galvanica dorata su fondo sabbiato (VRAC). Dotato di bilanciere bi-metallico possiede la spirale Breguet.

Lista forniture da catalogo n°7

Foto movimento















Il 15.26

In ordine temporale è il secondo calibro in dotazione ai “tartarugoni”. Creato e lanciato sul mercato nel 1929 , questo calibro famoso per la forma “a prosciutto” del ponte principale , dopo un inizio di vendite soddisfacenti , subisce le influenze di mercato negative di quegli anni difficili. Molto probabilmente le partite di calibri invenduti sono da imputare proprio alla grave crisi economica mondiale di quegli anni. Si tratta sempre di un calibro da 15 linee e 34mm si diametro. L’altezza è diminuita rispetto al precedente calibro ed è di 4,5mm. Il bilanciere è bimetallico e la spirale piatta con regolazione Breguet.

Foto movimento

Lista fornitura da catalogo n°8



















Il 15.68Z

Nato nel 1939 in base alle richieste militari da parte dell’aviazione Ceka prima dei tragici avvenimenti che videro inglobare nel terzo reich sia la Cekoslovacchia che la Polonia divenne subito meno interessante anche a causa del fatto che diversi mastri costruttori delle macchine utensili e addetti alla loro manutenzione vennero richiamati dall’esercito per la difesa del territorio svizzero dalle mire tedesche (l’invasione della Svizzera era stata pianificata prima di quella Francese ma le difese elvetiche fecero desistere Hitler da un’inutile carneficina).

Movimento sempre a 15 linee possiede un’altezza di 5,2mm. Finitura dorata galvanica (era anche fornito con finitura nickel o rodiata), architettura tipica del periodo (vedi 12.68z) , possiede il bilanciere Guillaume mentre la spirale in acciaio è con regolazione Breguet a due curve. E’ dotato di anti-shock.

Foto movimento

Lista forniture catalogo n°8


















Le referenze

Esiste una sola referenza, la 3582 mentre si possono trovare molti lotti produttivi del “tartarugone”, differenti per calibro e periodo. Dalla loro raccolta il quadro che ne deriva non è completamente chiaro, ma abbbastanza comprensibile.


PRIMA SERIE

Nelle prime serie , dotate del movimento 15.94 , il primo calibro utilizzato dai “tartarugoni” (1936/37)assistiamo spesso  alla punzonatura sul fondello interno del seriale del movimento . Molte casse nelle primissime serie sono state costruite con l’acciaio inox Poldi  denominato “anticorro” e stampigliato all’interno dei fondelli.

I seriali dei movimenti iniziano dai 3.94 milioni collocando ipoteticamente alcuni pezzi nel 1922 . Come per altri casi tale seriale significa solamente che si tratta di movimenti in giacenza da molti anni (vedi esempio del Serbo) ed utilizzati quindi parecchio tempo dopo la loro costruzione effettiva. Infatti più comunemente si trovano movimenti con seriale 5.4 milioni prodotti quindi intorno al 1936/37.

I pezzi verificati durante la ricerca e col seriale del movimento stampigliato all’interno del fondello sono:

seriale 3,94 milioni , anticorro , assegnato, quadrante smalto

seriale 5,6 milioni , anticorro,non assegnato

seriale 5,66 milioni, anticorro,non assegnato

seriale 5,57 milioni, anticorro, non assegnato

seriale 5,42 milioni , anticorro , assegnato, quadrante smalto

seriale 5,66 milioni , anticorro , non assegnato, quadrante smalto

seriale 5.463 milioni , anticorro , non assegnato , quadrante smalto

Durante la ricerca, nei prima serie ,  oltre al seriale movimento stampigliato all’interno del fondello ,  si sono trovati anche 4 pezzi equipaggiati col movimento 15.94 ma col seriale referenza stampigliato , esattamente:

lotto 20067 seriale movimento 3,94 milioni (anticorro;non assegnato)*

lotto 19176 seriale movimento 3.9 milioni  (anticorro;non assegnato)

lotto 23313 seriale movimento 7.11 milioni (inox;non assegnato;3 pezzi)*

lotto 23684 seriale movimento 7.43 milioni (inox;non assegnato;2 pezzi)*

Come potete notare i due seriali con movimento oltre 7 milioni portano a pensare che il 15.94 venne utilizzato anche dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, scardinando così un po’ di luoghi comuni .




























SECONDA SERIE

Nella seconda serie , la più rara , dotata del movimento 15.26 ABC, troviamo le seguenti referenze :

lotto 20440 seriale non leggibile (non assegnato,anticorro, q.smalto,sfere baton luminous)

lotto 22785 seriale 6.6 milioni (anticorro;non assegnato)

lotto 22322 seriale 6.49 milioni (anticorro;non assegnato)

lotto 22580 seriale 6,64 milioni (anticorro;non assegnato,2 pezzi, sfere baton luminous)

lotto 23684 seriale 5,724 milioni (assegnato,inox,smalto)*



















TERZA SERIE

Nella terza serie , la più recente e diffusa, abbiamo i seguenti lotti produtti :

lotto 20067 seriale 7,45 (inox;assegnato)*

lotto 23313 seriale 7.18;7.11;7.479;7.45;7.16milioni;inox;non assegnato)*

lotto 23314 seriale7.4milioni(anticorro;non assegnata,corona step)

lotto 23519 seriale 7.45 milioni (inox;non assegnato)

lotto 23315 seriale 7.43 milioni (inox;non assegnato;corona step)

lotto 23684 seriali 5.72;7.52;7.47-nocorrespondance case/caseback-;7.43;7.45 (inox;4 assegnati;uno q. smalto)*

NB su questo lotto i seriali produttivi sono alti tali da immaginarne una grossa quantità prodotta.

lotto 23384 seriale 7.45 milioni (inox;non assegnato)

lotto 22647 seriali non leggibili (inox;2 di cui una assegnata)

lotto 23694 seriale 7.52 milioni (inox;assegnato)

lotto 23510 seriale 7.45 milioni (inox;non assegnato)

lotto 20164 seriale 7.50 milioni (anticorro , non assegnato)

Altri lotti sono stati schedati attraverso le foto del solo fondello interno, senza altri dati . Non sono stati considerati ai fini della discussione. I lotti contrassegnati con l’asterisco sono stati venduti o sono state di seguito modificati utilizzando differenti movimenti. La dimensione dei movimenti sono  simili tra loro, però non ci sarà mai una spiegazione certa a questo dato emerso dal confronto seriale/movimento.


































Considerando il terzo lotto di fornitura documentato dai registri presenti al museo Longines in 3582 pezzi , considerando il numero di referenze e pezzi analizzati in questa ricerca possiamo ipotizzare in circa 6/7mila pezzi l’ammontare complessivo dei pezzi forniti (combacia grossolanamente col numero delle forze di cielo della Czek Air Force).

Le prime due forniture vennero effettuate direttamente dai rivenditori esclusivi in Cecoslovacchia all’aviazione Ceka durante la monarchia e durante il conflitto mentre l’ultima , o meglio gli ultimi lotti della stessa , al subdolo e dittatoriale partito comunista , già salito purtroppo al potere con la forza dopo la fine della seconda Guerra Mondiale.




















LA CASSA

La cassa del “tartarugone” unica nel suo genere prende spunto da alcuni rarissimi pezzi esposti al museo Longines o contenuti nel carteggio fra la Longines stessa e il Regio Esercito Rumeno (grazie alla importante ricerca condotta dall’amico Dan Catalin Buzdugan ed il suo sito www.ceasuripentruromania.ro). Vista dall’alto ricorda il carapace di una tartaruga da cui spuntano le quattro zampe. Soprattutto nelle prime serie , venne marchiata “anticorro” invece del più comune inox o “staybrite”.

Il marchio “anticorro” venne diffuso dalla Poldi Steel , la famosa fonderia Ceka. La Longines quindi si approvigionava dalla Poldi , direttamente così come confermato anche nella pubblicità dello stesso segnatempo . La “anticorro” era una sussidiaria della Poldi e l’acciaio era ritenuto di altissima qualità , destinato principalmente alle attrezzature medicali.



























La cassa del “tartarugone” , è composta da tre parti. Il fondello con apposita “unghiatura” all’angolo del lato corto , indispensabile all’atto dell’apertura del fondello con l’apposito apricassa, presenta all’interno i punzoni “anticorro” o inox , il seriale movimento (prime serie dotata di movimento calibro 15.94) o il seriale cassa a cinque cifre, il punzone cassa (ripetuto sull’ansa con max tre cifre) ed un secondo numero a una due o tre cifre legato alla produzione (di solito il numero è posto sotto il seriale e poi ripetuto in alto a sinistra senza la prima cifra).

























In molti esemplari è stampata anche la scritta Longines. Sull’esterno del fondello a volte si ritrova l’incisione pantografata legata all’assegnazione “majetek vojenske spravy” , che significa di “proprietà dell’aviazione Ceka”.























Tale incisione spesso è postuma e non originale . La presenza o l’assenza dell’assegnazione spesso è dovuta alle strette tempistiche fra l’arrivo dei cronometri e la loro distribuzione agli aviatori e personale vario. La mancanza dell’assegnazione non significa che l’orologio non fosse in dotazione a qualche pilota o aviere. Questo cronometro era un elemento fondamentale dell’equipaggiamento degli aviatori e del personale di terra della aviazione Ceka.

Il corpo cassa vero e proprio presenta la tipica “incamiciatura” antimagnetica di molte referenze Longines. Tale “incamiciatura” appare evidente all’interno delle anse dove l’acciaio dolce a volte affiora. Sempre all’interno di una delle anse veniva riportato il numero seriale della cassa. Essendo orologi militari può succedere che fondello e cassa (aggiungerei anche movimento)non corrispondano. Ciò va spiegato col fatto che le revisioni di questi segnatempo avvenivano spesso in contemporanea sullo stesso banco dell’orologiaio con probabile scambio di fondelli. I tempi fra una revisone e l’altra erano molto ridotti a causa della qualità dei lubrificanti (ogni mese).

Sull’apertura superiore della cassa ,dove alloggia il quadrante , troviamo la terza parte di cui è composta la cassa. Si tratta della ghiera girevole con puntatore luminescente indispensabile agli aviatori per il calcolo dei tempi di ritorno dalle loro missioni.

















Risulta gradevolmente zigrinata per una maggiore aderenza ai guanti di cui gli aviatori dell’epoca erano dotati durante il  volo. Presenta inoltre una fresatura lineare fra le anse da entrambi i lati. Le anse sono fisse ed il cinturino era passante. La cassa non era satinata da nessun lato bensì lucida. Il vetro era minerale di tipo piatto.



















LA CORONA

La corona del “tartarugone” è molto particolare e di notevoli dimensioni pur mantenendo la forma ed il  numero di denti tradizionale Longines (24).

Le suddividiamo in due tipi:

.Corona semplice

In acciaio incamiciato (spesso per l’usura rimane solo il cuore in ottone) ha un diametro di 8 mm ed uno spessore 3,5 mm.(al centro) e 2 mm. (alle estremità). Delicate a causa dell’uso estremo , spessissimo i “tartarugoni” non possiedono la corona originale compromettendone così le proporzioni e l’estetica complessiva.




















Corona a gradino


Presenta le stesse dimensioni ma possiede uno scalino fra le estremità dentata e la parte centrale ,in questo caso meno bombata. Si ritrova su alcune referenze (vedi precedente tabella). Risulta meno piacevole della precedente tipica Longines.


















Quadrante e sfere


I quadranti presenti sui tartarugoni sono di due tipi. I quadranti elettrocolorati neri e quelli in smalto porcellanato nero. Entrambi con grafica bianca.


















1.In smalto porcellanato

I quadranti in smalto porcellanato presentano l’ultimo strato nero (base bianca) tipo semi glossy , il controsmalto interno è verdastro.



















La grafica è bianca e in qualche esemplare risulta assente la scritta antimagnetique. Difficilissimo trovarne in perfette condizioni , spesso presentano le fenditure e gli stacchi di materiale vetroso tipici dei quadranti in smalto porcellanato soggetti a shock meccanici.Lo spessore dei quadranti in smalto è notevolemente superiore a quello dei quadranti metallici. La grafica presenta una scritta Longines in corsivo molto elegante e leggibile (tipica di periodi antecedenti alla fornitura), la scritta antimagnètique in stampatello subito sotto l’asse delle sfere ore/minuti , un contatore a doppio binario coi numeri 60/10/20/30/40/50 e le tacche sporgenti ogni 5 secondi. Le ore sono segnate con numeri arabi che vanno dal 12 all’11 ed erano ricoperti con radio luminescente. Esternamente il doppio binario con la scala del quinto.


















2.In metallo elettrocolorato

Sicuramente a causa della estrema fragilità ed al costo elevato dei quadranti in smalto porcellanato nei tartarugoni ,col tempo, si sostituirono i quadranti in smalto con quelli neri elettrocolorati. La tecnica era la cosiddetta “à épargne” , molto resistente. La finitura era semi-glossy anche in questo caso. La grafica  rimase la stessa di quella adoperata nei quadranti in smalto porcellanato ad esclusione della scritta “antimagnetique” che risulta eseguita con font diversi. Di spessore differente ,hanno il retro nero ed i piedini (3) colore ottone.Raramente presentano ancora la triziatura originale.

























































3.Le Sfere

Il gioco sfere dei tartarugoni vede la sfera ore di tipo squelette color argento e riempita con radio luminescente. Molto lungo l’apice e curiosa la forma “cathedral” della estremità bombata.




















La sfera dei minuti risulta lineare con un rinforzo centrale ed una parte apicale estremamente lunga e curva. Anche la sfera dei minuti è riempita con radio luminescente.
















Lo sferino dei secondi continui , color argento, è tipico Longines del periodo con la codina allungata.

Solo in alcuni esemplari dotati di movimento 15.26ABC , si sono rilevate delle sfere differenti. Con piacevole impatto sull’estetica complessiva di questo segnatempo le sfere ore/minuti si presentano con delle più moderne “baton luminous” riempito di radio luminescente.


Le foto di alcuni modelli





































Conclusione

Il cosiddetto “tartarugone” risulta essere un segnatempo molto piacevole al polso , di deciso look militare e con una meccanica indistruttibile e precisissima. Le sue doti cronometriche ancora oggi fanno sfoggio di precisione incredibile per un segnatempo così attempato e spesso sfruttato. Oltre alla bellezza estetica ed alla estrema robustezza funzionale , La parte migliore del “tartarugone” risulta la sua storia e gli atti altamente eroici che i piloti Ceki ed il personale ausiliario dimostrarono durante la Seconda Guerra Mondiale con al polso il nostro beniamino. Molti di loro sono caduti coi loro aeroplani e col loro segnatempo al polso. Rimane il loro esempio che attraverso questa testimonianza e con l’uso del “tartarugone” trova una sostanziale continuazione ideale……una continuazione che Longines ha ritenuto meritevole di una riedizione moderna del nostro segnatempo.


Stessa cassa , stesse proporzioni , un bellissimo quadrante adornato delle sue sfere “squelette” e gli indici a numeri arabi luminosi.

A Basilea 2014 è stato presentato il nuovo Czech Air Force watch con un’unanime calda accoglienza.

Per ultimo Un pensiero va rivolto ai caduti Ceki sui cieli d’Europa durante la seconda Guerra Mondiale , al loro sacrificio , all’esempio di grande valore e speranza a noi lasciato.

Il tartarugone ne è testimonianza diretta , indossarlo al polso significa conoscerne la storia ed apprezzarne il valore……


Ringrazio per la collaborazione :

-Giampiero Scaglia , caro amico (foto ed esemplare nelle foto principali)

-L'amico Matt , grande collezionista Francese (foto del magnifico tartarugone in smalto con la firma "Matts")

-Renato Zamberlan ,mastro orologiaio e grande amico

-l'amico Vit Hayek (traduzione del testo dal Ceko all'Inglese)

-Longines , per le consuete utili informazioni

-Luke Rottman ,"thewatchadviser" magazine editor

-Marino Semenza , caro amico (per diverse informazioni sui seriali del Tartarugone)

-Simon Parry per l'uso delle preziose foto contenute nel magnifico libro "Czecks in the RAF" edito da Redkitebooks UK

-Dan Katalin Buzdugan per il suo magnifico sito e le preziose informazioni  in esso contenute (www.ceasuripentiromania.ro)

 

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