Longinespassion
 
Il primo cronografo da polso : il Longines calibro 13.33Z.

1. Il contesto storico
Non essendoci più dei Francillon presenti in azienda , nel 1907 la direzione decide di coinvolgere nelle attività Adrien Francillon , nipote del fondatore.





























Lo stesso anno una grave crisi finanziaria scuote la borsa di New York rendendo i due anni successivi molto duri per la nostra amata Longines.
Viene ridotto l'orario di lavoro e vien fatto fronte ai bisogni del personale ricorrendo alla "caisse de sécours" , il fondo intelligentemente creato negli anni dalla direzione aziendale.




























La filiale americana , la Wittnauer Inc. , entra in difficoltà. E' costretta a far cassa svendendo lo stock presente , in più ricorre al credito verso le banche.































Allo stesso tempo ha luogo un'aggressiva campagna stampa da parte dei potenti produttori americani contro gli orologi svizzeri. Come se non bastasse muore Albert Wittnauer nel  marzo del 1908. Gli succede il fratello Emile col gravoso compito di risollevare l'azienda. 








































Ma ai Longines non si perdono mai d'animo e la direzione lancia una potente campagna pubblicitaria. Brochures e cataloghi in tutte le lingue vengono distribuiti in ogni dove , cartoline , cartelloni pubblicitari e pubblicità sui giornali e riviste specializzate declamano la superiorità della manifattura. Ogni sabato le casse piene di orologi vengono portate alla posta di St.-Imier per la spedizione e, oltre al prezioso carico , vengono riempite con gadget pubblicitari quali agendine , specchi da borsetta , ventagli , calendari ecc..
Nel frattempo un altro fronte di preoccupazione anima la vita della dirigenza Longines.  Si tratta della filiale tedesca di Berlino gestita da Mr. Doebel. Nonostante venga regolarmente seguita e controllata direttamente da i vertici della Longines (Louis Gagnebin e Maurice Savoye) il già pesante debito cresce vorticosamente. Nel 1910 Mr. Doebel muore improvvisamente. Mr. Savoye si prende carico della gestione diretta rimanendo il tempo necessario a Berlino. La società viene liquidata e la filiale riorganizzata. Due nuovi gerenti vengono nominati :
-Paul Bauermeister già presente come venditore .
-Paul Guermiquet ex responsabile della corrispondenza con la casa madre.
La società viene dotata di nuovi mezzi finanziari e può ripartire. La Longines ha sufficienti mezzi propri per far fronte a situazioni del genere.

























La situazione generale dell'industria orologiera elvetica vede un momento di stallo del famoso spirito di solidarietà fra gli imprenditori. La famosa "Società Intercantonale delle industrie del Jura" non riesce a decollare ed i singoli proprietari preferiscono costituire nuove associazioni minori. Ciò coincide con la nascita dei movimenti operai che si riuniscono in sindacati. Tale movimento si propaga in tutte le aziende e molti operai vi aderiscono.
Vien da sé che i primi contrasti fra proprietari e sindacati hanno luogo. Le vedute e gli interessi sono diametralmente opposti e nascono i primi contrasti sociali.
E' così che verso la metà del 1910 la Longines é teatro di un grave conflitto.
La società acquisisce un'importante commessa con le Ferrovie dello Stato Italiano. Dopo una estenuante trattativa vince la gara per la fornitura di 8.000 pezzi.






























Data l'importanza dell'ordine ed i probabili tempi tassativi di consegna , la Longines si appresta a lanciare la produzione quando il sindacato degli operai orologieri di St.-Imier presenta una richiesta che la ditta non può accettare. Il sindacato pretende che 7 orologiai specializzati appena assunti (con contratto che ne esclude tassativamente l'iscrizione al sindacato) vengano coercitivamente iscritti.
A seguito del secondo rifiuto da parte dell'azienda e dei 7 orologiai ,  i 400 operai iscritti al sindacato degli orologiai di St.-Imier entrano per la prima volta in sciopero.
Tra i dipendenti e gli abitanti di St.-Imier serpeggia un grande nervosismo e le assemblee si succedono ad altre assemblee.
Non trovando nessun accordo la direzione e l'associazione alla quale Longines ha aderito decide di sbattere fuori dall'azienda i 400 riottosi (gli operai complessivi sono 1100 circa).
Dopo ben 5 settimane di sciopero le parti , davanti alla Camera di Conciliazione , trovano un accordo. La società s'impegna a non inserire più nei suoi contratti clausole antisindacali mentre il sindacato rinuncia alla via coercitiva all'adesione dei lavoratori.
Grande risalto viene dato alla vertenza sia sugli organi d'informazione nazionale che su quelli internazionali.





























La produzione riprende alacremente anche per rassicurare la clientela in ansia per  i ritardi accumulati. 
E' il momento di un cambiamento epocale alla Longines. Gli orologi da polso prendono gradualmente il posto dei tasca. Esiste una forte domanda di tale tipologia di segnatempo sia per il pubblico maschile, che ne apprezza la praticità e la novità ( la richiesta proviene dall'industria e dall'esercito), sia ,soprattutto, per il pubblico femminile che adora ornare il polso con autentici gioielli in oro tempestati di pietre preziose , perle e con bracciali molto alla moda.


































Il management aziendale sintetizza così il proprio pensiero del momento dimostrando grande fiuto e competenza :
"l'articolo di grandi dimensioni si fabbrica dappertutto , facilmente ed a prezzi così poco remunerativi che noi non possiamo più lottare con marcato vantaggio sulla nostra concorrenza….."
Le attrezzature e le macchine utensili vengono affinate allo scopo.

Ritornando alle difficoltà del periodo , oltre al problema della filiale tedesca , nel febbraio del 1912 la Longines si trova nella situazione di dover immobilizzare altri capitali per salvaguardare i propri interessi in 4 paesi. La società in nome collettivo Péruset&Didisheim , che era succeduta ad una maison legata da lunga data alla fabbricazione , esportava da Ginevra gli orologi Longines verso il Brasile , l'Uruguay , l'Argentina e , dopo un po' , verso la Francia.
La società perde uno dopo l'altro i suoi capi e minaccia la chiusura. Dopo lunghe trattative si giunge alla costituzione di una nuova società anonima al cui vertice presiede Maurice Savoye , vero capo della Longines.
La Longines ha sufficienti mezzi propri per far fronte a tali difficili sacrifici. Era un periodo comunque di buoni affari.
Ai concorsi a Neuchatel , anno dopo anno , vengono inanellati successi dopo successi grazie ai suoi fantastici cronometri. All'Osservatorio Navale di Washington , dove le prove sono ancora più severe , Longines occupa nel 1912 i primi due piazzamenti. E' un periodo di così grande successo che la produzione non riesce a soddisfare la domanda proveniente dai suoi concessionari (è il periodo in cui i concessionari sono costretti a prendere altre maison per far fronte alla loro domanda).
Il 12 settembre 1912 muore il braccio destro di  Ernest Francillon , Jacques David , alla Longines dal 1867 e socio dal 1880. 
























Nato nel 1845 completa gli studi da ingegnere a Parigi nel 1866 , persona  intelligente , fedele alla causa Longines e profondo conoscitore dello sviluppo tecnologico delle aziende americane. Con le sue dettagliate relazioni tecniche realizzate sul campo negli States , David ha permesso all'intera industria orologiera elvetica di colmare il divario tecnico e tecnologico coi concorrenti d'oltreoceano.
Il suo posto non viene rimpiazzato ed Alfred Pfister (papà del 13.33Z e del 13ZN) , nominato amministratore con poteri di firma nel marzo del 1912 , prende la direzione dei servizi tecnici. 
Il 25 ottobre dello stesso anno Charles Morel , nipote di Ernest Francillon e di Florian Morel (co-fondatore e socio della maison Agassiz) viene assunto dopo un percorso di  studi presso il Technicum di Winthertur ed una buona esperienza maturata negli States , prima come orologiaio e poi come progettista di macchine utensili.
E' in questo periodo , riallacciandomi a prima , che un forte impulso tecnico spinge la Longines a sviluppare e progredire nel mondo dei segnatempo specialistici. L' espandersi dell'aviazione e della cronometria sportiva spingono la Maison alla ricerca ed allo sviluppo di apparecchiature estremamente avanzate per il periodo e performanti come non mai.

E' in questo contesto storico che vede la luce il primo cronografo da polso : il calibro Longines 13.33Z.-

























2. La tecnica del 13.33Z
Il calibro 13.33Z ha come base il calibro solo tempo 13.33 del 1910 ( derivato a sua volta dal movimento 13.81 del 1903) il quale viene opportunamente adattato per poter montare la parte cronografica.
Il 13.33Z è un calibro da 13 linee pari a 29,6 mm. di diametro con la stessa posizione dei tre piedini del quadrante rispetto al 13ZN , da qui l'intercambiabilità dei quadranti tra le due referenze.










































L'ébauche é di tipo Lépine  nei movimenti con l'azionamento della cronografia attraverso la corona , mentre nei successivi dotati di mono-pulsante o a due pulsanti il movimento è a savonnette . Dotato di 5 ponti , 18.000 alt/h , altezza di 6 mm. , monta un bilanciere bi-metallico con spirale Breguet . Il movimento é dotato di smistamento della cronografia mediante ruota a colonne  ( a 6 denti). 














































Caratteristico l' azionamento istantaneo dei minuti cronografici che  , a differenza della maggior parte dei cronografi più evoluti , vede scattare lo sferino dei minuti allo scoccare dei 60 secondi della sfera cronografica. Un sistema arcaico che prevede l'uso di molti leveraggi a scapito di un funzionamento più regolare e preciso. Ciò nonostante i cultori della referenza amano molto questo sistema molto preciso e netto dello scatto dello sferino dei minuti come pure l'architettura del calibro .  Nel 13ZN invece, calibro successivo , più evoluto ed  affidabile , lo scatto é semi istantaneo e vede lo sferino del contatore dei minuti iniziare lo scatto allo scoccare dei 58 secondi per completare il posizionamento al passaggio dei 60 secondi.
Il calibro , in produzione per 23/25 anni , ha visto evolvere la sua regolazione delle sfere ore/minuti. 
Al suo lancio sul  mercato , nel 1913 (seriali movimento 2,8/ 2,9 milioni anche se su alcuni testi si parla di 1910) , la messa a punto dell'ora avviene attraverso il sistema "pin set" . Un piccolo pulsante , protetto da due minuscole spallette in acciaio saldato posizionato a ore 2 , deve essere spinto con l'unghia e , simultaneamente , la corona di carica con funzione di pulsante cronografico , deve essere ruotata per la regolazione delle sfere . 

























Un sistema simile ai movimenti da tasca dell'epoca. Lo start/stop/reset si ottiene mediante pressione sulla corona che appare molto staccata dalla cassa per permettere questa funzione.
Tale sistema rimane sul mercato sino al 1917/1920 ( seriali di norma dopo i 3,6/3,8 milioni ) quando viene soppiantato dal sistema moderno e tutt'ora in uso nei segnatempo e denominato "stem-set" (stem=albero di carica). Si prende la corona e ,dopo averla fatta scattare verso l'esterno , si  regolano le ore ed i minuti con la semplice rotazione della stessa. A tale sistema viene aggiunto un sofisticato pulsante coassiale alla corona per lo start/stop/reset della cronografia ( calibro Lèpine).


















Bisogna attendere la fine degli anni '20 ( seriale movimento 4,7/4,8 milioni )per poter ammirare i primi 13.33Z mono-pulsante e , dopo il '35 , i primi modelli a due pulsanti , calibro savonnette (fanno anche capolino i primi quadranti metallici).























E' su quest'ultimi che possiamo notare i rari calibri col " retour en vol " o " funzione Taylor " ( brevetto n°183262 del 12 giugno del 1935). A cavallo del periodo di fine produzione del 13.33Z ed inizio del 13ZN , si possono ammirare dei 13.33Z con quadranti molto simili al successivo 13ZN completi della  funzione Taylor . Sono a mio modesto avviso i pezzi più accattivanti e vicini al gusto attuale dei collezionisti. I seriali degli ultimi pezzi del 13.33Z possono raggiungere i 5,7/5,8 milioni ( 1937/1938) , il tempo tecnico di dar fondo alle scorte.

3. I quadranti del 13.33Z
I quadranti dei 13.33Z sono , nella maggioranza degli esemplari ,  in smalto porcellanato. Trovarne in perfette condizioni senza filature o bordi sbeccati non é impresa facile.






























Le scale sono di tipo tachimetrico ( anche doppia), telemetrico , decimale/centesimale per i controlli industriali , medicale e semplici al quinto di secondo.
I compass possono essere semplicemente fresati per l'abbassamento necessario agli sferini oppure forati e riportati a mezzo saldatura a stagno ,  quest'ultimi molto ricercati e di gran pregio.























Bisogna porre attenzione ai quadranti adattati e/o  falsi presenti su alcuni pezzi sul mercato. Per smascherare l'arcano bisogna controllarne il lato B dove i piedini rimaneggiati e risaldati ne sono un chiaro esempio. I quadranti con i compass saldati non sono oggetto di rifacimento e ristampa che negli altri casi avviene per procedimento fotografico . Lato B rimaneggiato da ristampa.


























A confronto un lato B originale.




























Le sfere sono spesso a "pomme evideé" o di tipo misto  a "Poire"  , sempre azzurrate alla fiamma .
Nelle ultime partite di 13.33Z si possono trovare dei quadranti in metallo con grafica simile ai 13ZN. Normalmente di tipo elettro colorato con grafica a décalque , possono avere numeri arabi semplici oppure ricoperti con della vernice luminescente al Radio.
Le sfere possono essere a foglia , a bastone o a bastone luminescente sempre azzurrate.
Il produttore principale dei quadranti in smalto é Flueckiger , con sede a St.-Imier , che per ovvie ragioni logistiche fornisce Longines all'epoca , suo cliente N°1 (anche nei numeri di riconoscimento seriale). E' riconoscibile facilmente dalla sigla ZJ , iniziali del suo fondatore  ( Zelim Jacot) .

4. Le casse
Le prime casse dei 13.33Z rispecchiano l'adattamento delle casse da tasca per l'uso da polso. Anse snodabili saldate , il doppio fondello a cerniera ne sono un esempio tangibile e fanno parte dell'evoluzione della tipologia. Le casse erano in oro 18 kt , argento ed acciaio. Tutti i fondelli hanno il  seriale del movimento.
L'uso dell'oro é molto diffuso e sui fondelli troviamo i punzoni ed i carati nonché il seriale del movimento. Non vi sono punzoni di cassai esterni facendo così supporre che la produzione delle stesse sia fatta internamente all'azienda . Cosa che poi verrà tralasciata facendo produrre internamente solo le casse in acciaio o in lega anti-magnetica. Si deduce inoltre che i cronografi 13.33Z siano prodotti elitari per gente facoltosa o per tecnici specializzati (ingegneri , aviatori ecc.)ed il loro prezzo di vendita sia per l'epoca elevatissimo.
Nell'evoluzione del gusto troviamo le casse a me più care ovvero le Carré Galbé , autentiche chicche per proporzioni ed indossabilità. Sono tutt'ora , a mio modesto avviso , le più riuscite .






























Le casse in acciaio arrivate integre ai nostri giorni sono una rarità.
Nel periodo "moderno" del 13.33Z troviamo casse in oro e casse in acciaio molto simili ai successivi 13ZN.
Una parola va spesa per i 13.33Z destinati al mercato Inglese e dotati di cassa e movimento a marchio Baume & C°. Tali pezzi , oltre alla cassa hanno la platina marcata AB (Arthur Baume) ed il quadrante spesso anonimo. Solo sulla platina , fra quadrante e movimento si trova  punzonato il marchio Longines. 
Baume & C° oltre ad essere il rivenditore per il Regno Unito è anche un valente produttore di casse. Nel periodo d’ embargo dei beni di lusso e di beni facilmente producibili "in house" si adotta questo stratagemma per distribuire ugualmente i prodotti Longines nel territorio.

Alcuni esemplari di 13.33z



























Esemplare magnifico con cassa carré galbé

































































































































































































































Magnifico esemplare per il mercato britannico con indici a numeri romani senza logo.



























I punzoni sul fondello























Il punzone sulla platina fra quadrante e platina.......




















Il punzone sotto il bilanciere............




















Un magnifico dettaglio di come si saldavano i compass nei quadranti in smalto.....
















Un magnifico ed intonso quadrante di 13.33Z a marchio ZJ...........lato B




















Due esemplari di cartoline postali pubblicitarie dell’epoca......




















































Una vista della Longines nel 1912........


























Ringrazio per l’aiuto e la collaborazione :
Franco Tocco Amico e fotografo , Ravenna
Renato Zamberlan  per la parte tecnica , Amico e Mastro orologiaio in Treviso
Francesco Lazzini , Amico ed esperto Longines
Aquilini , collezionista e possessore di diverse meraviglie.
David Morgante , Amico ed amante dell’orologeria vintage
Dott. Nicola Marmora , Amico e studioso dell’orologeria d’epoca
La Signora Daria Marozzi per la disponibilità all’uso di alcune foto tratte dal bel libro sulla Longines da Lei realizzato
Piero Gallinaro di Ca’Venezze , Amico e titolare  www.cavenezze.it
Marino S. , Amico , esperto ed appassionato di orologi vintage
Andrea Marzari , Amico e titolare della ditta specializzata in orologi vintage “L’orologiese”








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